
Si intitola “Per le vie del mondo, sui sentieri dell’umanità” il libro con cui Filippo Pugliese ha deciso di raccontare alcuni tra i viaggi più significativi realizzati in questi lunghi anni di attività dal Cta di Potenza.
Pugliese, funzionario della Regione Basilicata ma soprattutto presidente del Centro turistico Acli di Potenza e già vicepresidente nazionale dell’organizzazione, racconta splendidi viaggi con una narrazione che punta a raccontare “il Cammino dell’Umanità” e che, dunque non a caso, abbandona il criterio cronologico per inseguire l’anima dei luoghi.
Il libro, edito da Villani e con la prefazione di Graziano Sciarra, esce simbolicamente in un periodo in cui il viaggio è di fatto impedito. Ma già la copertina, raffigurante la grande mappa del mondo visitato che Pugliese conserva nella sede del Cta, è un invito a non arrendersi ed a guardare avanti con fiducia.
“Come si fa a parlare di viaggi – spiega l’autore – nel mezzo di una maledetta pandemia che ha reso difficile la vita sociale e l’utilizzo del proprio tempo libero generando impoverimento culturale e contrapposizione sociale? Certo non è facile, ma parlare di viaggio è un ottimo antidoto per conservare la ricerca del piacere e alimentare il sogno che niente e nessuno potrà mai togliere”.
“Dei viaggi – prosegue Filippo Pugliese – ho sempre cercato di raccontare non solo le bellezze artistiche e paesaggistiche dei luoghi visitati ma, soprattutto, l’anima del luogo, l’umanità che in quei luoghi vive, la sua storia la sua cultura e le sue contraddizioni… Concepisco il viaggio come conoscenza, superamento delle frontiere fisiche e ideali, incontro con la gente e la sua storia, l’arte e la cultura di un Paese. Amo il viaggio che non finisce e che continua nel racconto e nelle riunioni”.
Agli occhi del lettore si dispiega dunque un percorso che dalla Gola dell’Olduvai, in Africa, va in Giordania, poi a Gerusalemme, poi ancora in Oman, Iran, Birmania. Russia e avanti così per concludersi in Perù.
Pugliese non ha voluto realizzare una guida turistica per i prossimi viaggi del Cta di Potenza ma un diario emozionale di incontri con persone e luoghi. Il patchwork che intesse ha la narrazione di un racconto fatto ad amici al ritorno, lineare ed a tratti intimo, senza cura di mettere in primo piano le evidenze ma anzi, spesso, andando a ricercare quello che al turista spesso non è mostrato ma che il viaggiatore sa trovare.
A metà del libro, le vie del mondo attraversano anche i territori più prossimi alla vita dell’autore: la sua Lucania. Incontrano sì le Dolomiti lucane o Matera ma poi, senza paura di deviare, finiscono anche nel “Centro di allontanamento al sud” di Palazzo San Gervasio. Qui il viaggio assume contorni meno legati alla piacevolezza, inchiodati al bisogno o alla sopravvivenza: i sentieri dell’umanità passano anche di qui.