
In questo simpatico libretto del 1954, a cura del Centro Turistico Sociale delle Acli, la rassegna delle attività delle Acli per le vacanze dei lavoratori.
I soggiorni estivi ai monti, al mare e nei luoghi di cura furono da subito una delle attività preferite dalle province.
La chiusura dell’anno 1953 contava 142 case di soggiorno, 18.794 partecipanti con 2.236 famiglie per 258.013 giornate complessive di presenza.
I soggiorni estivi delle Acli hanno rappresentato per decenni una risposta alle esigenze di svago e di riposo di famiglie di ceto popolare, impossibilitate a programmare costosi viaggi o trasferimenti nelle località vacanziere alla moda durante le vacanze.
Le case per ferie, di cui sopravvivono alcune esperienze, furono promosse negli anni ’50 dalle Acli di tutto il nord Italia ma anche da quelle di Bologna, Ravenna, Genova, Lucca, Ascoli Piceno.
Le Acli delle origini mostrano nei numeri anche una notevole attività nel settore delle gite, dove province e circoli da subito prendono ad organizzare viaggi di uno o più giorni e pellegrinaggi.
Nel primo materiale prodotto, la sede nazionale indica le mete da preferirsi: “non molto lontane dal centro provinciale, in maniera che la spesa sia ristretta in limiti facilmente accessibili anche ai meno abbienti: il gran turismo non è per le Acli”.
Di grande successo furono anche da subito le colonie marine per i figli dei lavoratori.
Il Centro Turistico Sociale si trasformerà negli anni ’60 diventando Centro Turistico Acli.