
Anche le Acli di Trento sono state tra i soggetti consultati dalla Provincia autonoma nel percorso avviato dall’ente sul tema delle Rsa con chi, esprimendo le istanze degli ospiti e dei territori, può validamente offrire un contributo sulle risposte organizzative da dare di fronte al rischio rappresentato dal Covid.
Al centro del confronto tra le due delegazioni, guidate rispettivamente dall’assessore alla salute Stefania Segnana e dal presidente provinciale delle Acli Luca Oliver, il tema di come favorire il più possibile la relazione tra gli ospiti delle Rsa con i loro parenti, nel rispetto della salute di tutti, compresi gli operatori delle strutture.
Il confronto è partito da quelli che sono i dati di fatto: da una parte la necessità di una maggiore apertura nei confronti delle visite dei parenti nelle case di riposo, dall’altra le stringenti norme sanitarie e le responsabilità poste in capo ai direttori sanitari delle varie strutture.
Le Acli hanno ribadito il disagio, manifestato sia da molti ospiti che dai loro parenti, per le difficoltà di relazione che vi sono in molte strutture.
Consapevoli dei rischi che oggi corrono gli ospiti delle Rsa, le Acli di Trento hanno proposto un piano di formazione specifica per il personale ed il coinvolgimento del terzo settore nel difficile rapporto tra interno ed esterno delle strutture.
Le Acli hanno anche chiesto di poter differenziare le Rsa, attribuendo ad alcune la specializzazione nella gestione di persone affette da virus.
L’associazione ha infine proposto un aggiornamento delle linee guida per rendere maggiormente possibili e gratificanti le visite agli ospiti delle Rsa, mettendo sempre al primo posto la sicurezza di tutti.