
“La mafia a 30 anni dalle stragi. Le verità nascoste e quelle rivelate“: è questo il tema della due giorni di eventi promossi dalle Acli di Torino e da Libera per il 28 febbraio e il 1 marzo prossimo.
Gli appuntamenti nascono da una idea del cantautore Pippo Pollina, che ha pensato di abbinare lo spettacolo del suo nuovo album “Canzoni segrete” ad un convegno su queste tematiche, anche come occasione per rilanciare il ruolo dell’arte in quanto strumento di denuncia e di approfondimento.
Il convegno si terrà lunedì 28 febbraio, ore 17,30, presso l’Aula Magna del Politecnico di Torino.
Introdotti dal saluto del rettore Guido Saracco e del sindaco Stefano Lo Russo interverranno Margherita Asta e Maria Josè Fava di Libera, l’ex-magistrato Giancarlo Caselli, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando oltre allo stesso Pippo Pollina. In videoconferenza porteranno il loro contributo il fondatore del Movimento Agende Rosse Salvatore Borsellino e l’ex-magistrato Mario Vaudano. In programma anche un intervento di Paola Caccia, figlia del magistrato ucciso dalle mafie Bruno Caccia, e di Raffaella Dispenza, presidente provinciale delle Acli di Torino. A condurre i lavori sarà il giornalista Andrea Giambartolomei.
Il 1 marzo, allo storico Folkclub di Via Perrone, Pippo Pollina terrà il concerto. “Canzoni Segrete” è un album che racconta le riflessioni di un poeta da sempre attento alle tematiche sociali, di libertà, contro le guerre, le dittature, le mafie. Ad accompagnare Pollina l’eccellente formazione del Palermo Acoustic Quintet.
Gli anni 1992 e 1993 rimarranno indelebili nella memoria per le stragi di mafia che insanguinarono il paese, da Palermo a Milano, da Roma a Firenze. Il tentativo di destabilizzare l’assetto istituzionale fu compiuto con eclatanti attentati che misero alle corde lo stato. Morirono i giudici antimafia Falcone e Borsellino, quasi tutti gli agenti delle loro scorte e anche casuali cittadini.
A distanza di trent’anni troppe domande sono ancora senza risposta e gli inquirenti faticano a trovare il bandolo della matassa, soprattutto quando la ricostruzione si addentra fra gli oscuri rapporti che la criminalità, il terrorismo stragista e parte delle istituzioni italiane hanno intessuto nel corso di decenni di vita repubblicana.