
In una fase di particolare criticità per la convivenza nel pianeta, le Acli regionali della Sardegna hanno deciso di proporre un “Percorso di educazione alla pace”.
L’iniziativa si articola in 4 momenti formativi e un concerto destinati a giovani, formatori, insegnanti, genitori e a tutti coloro che svolgono il ruolo di educatori, formalmente o informalmente.
Il percorso intende fornire strumenti teorici e pratici per la cura della comunità, dell’ambiente e del mondo in generale, favorendo la gestione nonviolenta delle relazioni e l’accettazione della diversità in ogni sua forma.
Si inizia il 4 aprile alle ore 16,30, presso la sede regionale delle Acli, con una riflessione introduttiva del giornalista Matteo Meloni sulla geopolitica e sulle molteplici cause dei conflitti attualmente in corso nel mondo.
Il corso prosegue il 23 aprile alle 15, stessa sede, con un laboratorio sulla gestione nonviolenta dei conflitti, affidato a Iole Madeddu.
Il terzo appuntamento, in programma per il 4 maggio alle ore 9 presso il teatro di Sant’Eulalia, affidato a Daniele Novara e Marta Versiglia, sarà focalizzato sulle caratteristiche della violenza, sulla differenza tra violenza e conflitto, sulle tecniche volte a favorire lo sviluppo della competenza conflittuale. Infine verrà illustrato il metodo “Litigare bene”, ideato da Daniele Novara, fondatore del Centro psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti.
Giovedì 9 maggio, alle ore 21, presso la chiesa di Sant’Eulalia, si terrà invece il “Concerto per la pace” tenuto dal Coro femminile del Teatro lirico di Cagliari, diretto da Giovanni Andreoli.
Il percorso delle Acli della Sardegna sulla educazione alla pace si concluderà venerdì 14 giugno alle 18,30 presso la sede regionale. L’appuntamento sarà dedicato all’esperienza portata avanti dal collettivo El periscopio, un’associazione costituita nel 2003 in Argentina da un nutrito gruppo di ex prigionieri politici detenuti, tra il 1974 ed il 1979, nel carcere di Coronda. A rappresentarli saranno Augusto Saro e Ana María Egüez, due dei 70 autori del libro “Grand Hotel Coronda”. Quei giovani che allora avevano tra i 16 ed i 35 anni, sono oggi veterani dell’ultima dittatura civile-militare, sopravvissuti al terrorismo di Stato che ha prevalso in Argentina tra il 1976 e il 1983.