
Se l’idea delle Acli nasce nella mente e nel cuore di Achille Grandi, il nome viene invece coniato da Vittorino Veronese, presidente dell’Azione Cattolica.
La prima lettera, la “A”, sta per associazioni, al plurale. Lo statuto prevede che, sotto la bandiera della nuova organizzazione, via siano infatti diverse forme associative: circoli, nuclei aziendali, società cooperative, sportive, teatrali, associazioni di categoria. In sintesi “le” Acli.
La lettera “C” di cristiane è una scelta avanzata che rinvia alle esperienze della Germania e del Belgio: in questi paesi, con società pluriconfessionali, le associazioni operaie si chiamano già “cristiane” e non “cattoliche”.
Il 19 marzo 1945 la commissione centrale provvisoria presieduta da Achille Grandi affronta gli aspetti di immagine: la festa sociale, la bandiera e l’inno.
La festa viene fissata per il 15 maggio, anniversario della Rerum Novarum.
La bandiera sarà bianca ed ospiterà lo stemma già utilizzato sulle tessere: dentro un cerchio la croce, il libro, la spiga, la vanga, l’incudine. Sotto il cerchio l’acronimo Acli. Già nell’aprile 1945 saranno disponibili le “bandiere bianche … sulle quali – scrive Il Giornale dei Lavoratori – possono essere, a cura degli interessati, applicati e ricamati stemmi e diciture”.
I vessilli fanno la loro prima comparsa per la grande manifestazione commemorativa della “Rerum Novarum” che si tiene a San Giovanni in Laterano il 27 maggio con la partecipazione di 20.000 lavoratori cristiani . La scena, descritta dal cronista de Il Giornale dei Lavoratori, è straordinaria: nei giardinetti antistanti la basilica, coltivati a grano, sventolano centinaia di bandiere bianche, In quella occasione nella basilica viene benedetta la prima bandiera offerta dal Cif, il Centro italiano femminile, a cui aderisce la Commissione femminile delle Acli.
Sulla nascita del simbolo delle Acli non esistono notizie certe. Una ipotesi è quella che individua l’autore in Corrado Mezzana.
Con il simbolo verranno subito realizzate le prime medaglie e le storiche spille da giacca prodotte dagli Stabilimenti Artistici Fiorentini.
Molto più complessa la definizione dell’inno nazionale. In attesa di adottare un proprio inno, gli aclisti cantano l’inno “Bianco fiore“, inno dei lavoratori cristiani scritto ai primi del 1900 che poi diventerà l’inno ufficiale della Democrazia Cristiana. La versione promossa dalle Acli è lievemente ritoccata nel testo.
Dopo vari rinvii si decide per un concorso nazionale, su parole commissionate al dirigente aclista Ugo Piazzi, che diventerà poi il terzo presidente nazionale.
L’inno vedrà però la luce solo alcuni anni più tardi sotto il titolo “Inno dei lavoratori cristiani” con musica di Andrea Pirazzini (direttore della Banda dei vigili urbani di Roma, sua anche la musica deIl’inno della Dc) e parole di Ugo Cavalieri (uno pseudonimo di Ugo Piazzi).
Il nuovo ed attuale simbolo delle Acli verrà adottato in occasione del ventennale dell’associazione e comparirà per la prima volta sulle tessere del 1966.