
Ci sono anche le Acli di Milano tra i promotori della proposta di referendum abrogativo regionale impostata su tre quesiti relativi alla legge sanitaria lombarda.
La proposta, depositata nei giorni scorsi in Regione, vede come primi cinque firmatari il presidente provinciale delle Acli di Milano Andrea Villa, il presidente nazionale di Medicina Democratica Marco Caldiroli, il responsabile dell’Osservatorio Salute Vittorio Agnoletto, il presidente regionale dell’Arci Massimo Cortesi e la segretaria regionale di Spi-Cgil Federica Trapletti.
I quesiti referendari intervengono su punti importanti della legge sanitaria regionale.
Il primo interviene per chiedere l’abrogazione del cosiddetto principio di equivalenza che garantisce la parità di diritti e di obblighi per tutti gli erogatori di diritto pubblico e di diritto privato. Secondo i promotori si rischia così di rafforzare sempre di più la presenza del privato a scapito del servizio pubblico .
Il secondo quesito riguarda l’abrogazione della norma che fornisce poteri alle Agenzia di tutela della salute, strutture che si occupano di programmazione, acquisto e controllo, nell’ambito delle funzioni di contrattualizzazione per l’erogazione dei servizi.
L’ultimo quesito riguarda le modalità di attuazione delle Case di Comunità e degli Ospedali di Comunità, presidi di sanità territoriale, e chiede di abrogare la norma che permette di assegnare la gestione di tali strutture a soggetti privati.
“La partecipazione al referendum – ha spiegato il presidente delle Acli di Milano Andrea Villa -rappresenta una occasione per sensibilizzare le comunità sulla necessità di ripensare la legge sanitaria regionale in una prospettiva di maggiore prossimità e capacità di cura. Immaginiamo un sistema che, con una regia e programmazione pubblica, veda impegnate nella gestione dei servizi le aziende ospedaliere pubbliche, quelle private convenzionate e quelle del privato sociale in una logica di vera sussidiarietà“.
“Il modello lombardo che punta sull’eccellenza e sulla centralità delle strutture ospedaliere – ha detto il presidente delle Acli della Lombardia Martino Troncatti -ha evidenziato i limiti di una organizzazione che trascura la prossimità territoriale. I cittadini hanno bisogno di presidi territoriali, in grado di rispondere a tutte le esigenze di presa in carico dei pazienti e all’attività di prevenzione”.