
Il Circolo Acli di Desio, in provincia di Como, ha deciso di scrivere una lettera aperta all’autore del furto del contenitore delle offerte in favore dell’associazione che sta sostenendo i cittadini ucraini.
“Sei venuto a trovarci presso la nostra sede Acli – hanno scritto i soci a chi ha sottratto le offerte – il nostro Circolo dedicato ad Achille Grandi posto nella via dove egli è morto e che porta il suo nome. Grandi è stato il fondatore delle nostre Acli, sindacalista, attento ai lavoratori, anche a chi il lavoro l’aveva perso, alla gente che non sapeva come “tirare fine mese”. Per questo esistono le Acli. E per essere attenti ai più bisognosi, anche fuori confine”.
“Quando è scoppiata la guerra – prosegue la lettera aperta – abbiamo pensato di lasciare in sede un barattolo di vetro trasparente dove ognuno di noi ha pensato di restituire qualcosa a favore di persone che in più di trent’anni abbiamo imparato a conoscere e alle quali abbiamo imparato a voler bene. Non sono “gli Ucraini che scappano dalla guerra”: queste persone hanno il volto dei figli, dei nipoti, degli sposi, dei fratelli e delle sorelle, dei genitori di persone che lavorano nella nostra città, che si prendono cura delle nostre persone anziane, da loro accarezzate, sollevate, abbracciate. Pensa, questi amiche e amici ucraini a volte per i nostri anziani non hanno nemmeno dormito di notte”.
“Tu, caro amico – scrivono ancora i soci del Circolo Acli di Desio – sei venuto a trovarci con le tue difficoltà, magari con povertà che ti trascini in mezzo a noi, con i tuoi bisogni, forse con la vergogna di venire a chiedere da noi. Forse sei venuto da noi perché ti vergogni di andare a chiedere aiuto al Centro di ascolto Caritas, dove certamente non ti sarebbero stati negati pane, dignità e lavoro, magari anche qualche contributo economico se necessario, ma dove anche bisogna avere prima il coraggio di andare a riconoscere: “sono povero”. E questo non è facile, hai ragione. Noi a questa tua difficoltà non siamo tanto abituati a pensare”.
“Abbiamo pensato di rimettere in vista il barattolo – si legge ancora nella lettera aperta – e di riempirlo nuovamente dei soldi che conteneva prima. Se vuoi puoi avere la possibilità di far risplendere la tua dignità mettendo in questo nuovo barattolo quel che hai preso nell’altro. Puoi farlo anche nell’anonimato, perché non è facile riconoscere: “ho rubato”, come non è facile riconoscere: “sono povero e ho bisogno di voi”. Però la tua dignità brillerebbe e, credi a noi, non te ne andresti a mani vuote, non saresti lasciato solo, perché saremmo dei vigliacchi se ti lasciassimo andare a mani vuote dopo aver restituito tutto”.
“Caro amico – concludono i soci del Circolo Acli di Desio – ti aspettiamo. E ti vogliamo già bene!”