
Il dormitorio è una risposta concreta alle numerose situazioni di bisogno che emergono ad Arezzo e, per questo motivo, la sua apertura deve essere anticipata: a sostenerlo sono le Acli provinciali che, di fronte alla seconda morte per strada in poche settimane, ritengono necessario anticipare la data di apertura della struttura di accoglienza.
Le Acli sono consapevoli che la mancanza di risorse economiche e umane rende impossibile prevedere un servizio capace di restare sempre attivo, ma avanzano l’esigenza quanto meno di provvedere per l’apertura già dai primi giorni di novembre senza aspettare il momento più critico dell’anno.
I recenti fatti di cronaca hanno infatti sottolineato come l’urgenza sociale non si riduca esclusivamente ad un ristretto lasso di tempo e hanno fatto drammaticamente riflettere sulle problematiche abitative vissute da tante persone, evidenziando l’esigenza di strutturare strategie politiche adeguate.
In questo senso, il dormitorio può essere una soluzione concreta perché fornisce un riparo a chi vive situazioni di povertà e di solitudine, e allo stesso tempo permette all’amministrazione di seguire e di monitorare i loro eventuali percorsi di recupero e di reinserimento.
La necessità di aumentare gli investimenti nelle politiche sociali è emersa anche dal dossier “Arezzo negli scenari post-crisi” redatto nei mesi scorsi dall’Iref – Istituto di Ricerche Educative e Formative per conto delle stesse Acli.
Dallo studio emerge la debolezza della spesa sociale rispetto al resto della Toscana e dell’Italia in favore di famiglie e minori, anziani, disabili, immigrati e nomadi, adulti in stato di povertà e senza fissa dimora, e persone con problemi di dipendenza.
“La giunta comunale – commenta il Presidente provinciale delle Acli Stefano Mannelli – ha spiegato come l’emergenza sociale non sia legata alla presenza del dormitorio e come vi sia una fascia di disagio sociale che per varie motivazioni rifiuta percorsi di recupero. Ciò non significa che non possa essere migliorato un servizio di assistenza che, nei mesi di apertura, ha dimostrato di funzionare e di essere realmente utile per fornire un riparo a tante situazioni di disperazione”.
“La situazione sociale di Arezzo sta cambiando – prosegue Mannelli – e sta aumentando il numero delle emergenze: se aprire il dormitorio per tutto l’anno può essere impensabile, quanto meno chiediamo di attivarlo già dal mese di novembre, prima dell’arrivo del vero freddo”.