
Viva protesta delle Acli di Pisa per l’improvvisa rimozione della “edicola della legalità“, bene confiscato alla mafia e gestito da Libera, che si trovava in pieno centro, sotto gli archi di Borgo Stretto.
Purtroppo chiusa da tempo, l’edicola era comunque un luogo simbolo della lotta alla mafia nel territorio toscano.
“Quando il 5 giugno 2014 iniziammo ad abitare l’edicola confiscata – spiega il presidente delle Acli di Pisa Paolo Martinelli – sapevamo di aver fatto qualcosa di importante. Un segnale visibile, credibile e innovativo voluto con passione da alcuni. Per la prima volta in Toscana, seppur nel piccolo, si dava evidenza a chiunque passasse che le attività mafiose esistono e che potevano essere sconfitte grazie al serio lavoro della magistratura, delle forze dell’ordine e ad un’assunzione di responsabilità di una società civile che si dimostrava adulta”.
“Il progetto – prosegue Martinelli – è costato fatica, sacrifici e denaro non pubblico. Quando non è stato più possibile portarlo avanti, consapevoli di aver creato dal nulla un simbolo, per l’entusiasmo generato nelle decine di iniziative e nelle migliaia di giovani coinvolti, quel chiosco doveva continuare a trasformarsi in nuovo vita. Era un dovere civico di tutti”.
“Quel vuoto – conclude il presidente delle Acli di Pisa – lascia amarezza perchè non se n’è voluto comprendere a fondo il significato, ma soprattutto non si e’ capito il messaggio devastante che la sua rimozione inaspettata e non concertata porta con sé. Oggi a Pisa il potere dei segni e’ stato calpestato dai segni del potere“.
Anche le Acli della Toscana hanno voluto sottolineare disagio per il gesto compiuto dall’amministrazione comunale.
“Togliere quella edicola è stato un errore – dice Giacomo Martelli, presidente delle Acli della Toscana – perché significa aver tolto l’esempio fisico che la mafia esiste, che si può combattere e si può battere. Ogni persona che ci passava davanti poteva vedere immediatamente che le organizzazioni criminali sono arrivate anche nel nostro territorio, che non sono quindi una astrazione ma che, come piovre, allungano i propri tentacoli ovunque”.
Le Acli di Pisa e della Toscana hanno rivolto un appello all’amministrazione comunale e alle istituzioni perché facciano chiarezza sulle motivazioni che hanno portato alla rimozione della “edicola della legalità” e illustrino le azioni che intendono mettere in campo per continuare il lavoro di sensibilizzazione su questa importante tematica.