
In occasione del Giorno della memoria, il prossimo 26 gennaio, le Acli di Macerata promuovono l’incontro “La grande presenza ebraica a Camerino. Il ghetto com’era… Com’è“.
Non essendo più visitabile perchè reso inagibile dal terremoto, il ghetto di Camerino verrà raccontato con le parole di Dino Jajani e la raccolta fotografica messa a deposizione degli ingegneri Carloni.
L’iniziativa, che si terrà presso il Centro sociale di San Paolo, gode del patrocinio del Comune di Camerino e della Università Unicam.
La presenza ebraica a Camerino risale ai primi del ‘400 anche se una pergamena del 1290 attesta che gli ebrei Bonaventura, provenienti da Roma, sono residenti a Camerino in contrada di Mezzo.
La cittadina si trova al centro di intensi traffici di merci che attraverso il porto di Ancona prendono la strada per Roma.
Le cose cambiano nel 1545 quando Camerino torna sotto il dominio diretto della Santa Sede, col conseguente declino dell’economia della città assieme a quello della comunità ebraica che viene invitata ad alloggiare entro la zona che si trova tra l’odierna piazza Garibaldi e la chiesa di San Francesco.
La dispersione della comunità avviene del tutto nel 1569 quando gli ebrei vengono espulsi dalla città e si rifugiano nelle maggiori comunità di Urbino, Pesaro, Senigallia con la diffusione dei cognomi ebraici di Camerino e Camerini.