
“Non mi piace molto parlare della mia storia, ma volevo ringraziare le Acli per questa esperienza”: Inizia con queste parole la lettera che Modoulamin Fofana, 22 anni, del Gambia, ha inviato alle Acli di Avellino al termine della sua esperienza di servizio civile presso l’associazione.
“Sono arrivato in Italia nel 2015 – scrive Modoulamin – e il mio viaggio, la mia storia non sono stati semplici e lineari. Ho vissuto la guerra, le persecuzioni, in Libia è stato bruttissimo, ho vissuto momenti che non si possono descrivere, nè raccontare; l’unica via d’uscita era salire su quel barcone e lasciare ciò che più amavo, il mio Paese”.
“Ad Avellino – prosegue il giovane – ho conosciuto persone che mi hanno accompagnato e aiutato. Devo dire grazie all’Italia e agli italiani per quello che hanno fatto per me. Per questo fin da subito ho sentito forte il desiderio di impegnarmi, di dover dare il mio contributo per le persone che mi avevano aiutato. Nel 2017 ho saputo della possibilità di svolgere il servizio civile presso le Acli”.
“Inizialmente per me era un’associazione come le altre, dove volevo impegnarmi e portare il mio contributo. Ma col tempo mi sono sentito “a casa”. Le Acli per me ora non sono più solo un’associazione, ma una grande famiglia”.
Modoulamin Fofana, che ha ottenuto lo status di rifugiato, è stato impegnato dalle Acli di Avellino in un progetto di contrasto ad ogni forma di pregiudizio e discriminazione.
Tante sono state le progettazioni attivate negli anni nelle scuole, nei circoli, nelle piazze, per creare momenti di scambio, informazione, formazione che potessero abbattere i muri creati dalla diversità, ma soprattutto dalla non conoscenza.
“Il ringraziamento di Modoulamin – commenta Mariangela Perito, Vice presidente delle Acli di Avellino e Olp del servizio civile – ci inorgoglisce e ci motiva ancor di più, nell’attuale periodo socio-politico, spesso marchiato dall’indifferenza e dal pregiudizio, a trovare nuove forme di solidarietà “per incontrarci” e ad accogliere “l’altro””.