
Se fossi costretto a lasciare il tuo paese, che cosa faresti? E’ la domanda da cui trae spunto la mostra interattiva promossa dal Circolo Acli di Cornuda, in provincia di Treviso, in collaborazione con l’associazione “Un ponte verso…” e realizzata dall’associazione Granello di Senapa.
La mostra, aperta presso l’Oratorio di Cornuda da martedì 13 a domenica 18 novembre, parte dalla considerazione che mettersi nei panni dell’altro è la chiave per comprendere quello che sta succedendo oggi nel mondo e che, inevitabilmente, ci coinvolge anche nel nostro quotidiano.
L’associazione “Un ponte verso…”, con l’aiuto della comunità e delle associazioni di Cornuda, ha iniziato dal dicembre 2016 un progetto di accoglienza con l’arrivo di una prima famiglia dalla Siria.
“Madre, padre e figlia sedicenne – raccontano i volontari – sono arrivati impauriti, frastornati, stanchi. Nei loro volti, la sera dell’arrivo a Cornuda, abbiamo davvero colto sofferenza e disperazione. Quella sera, noi, che ci sentivamo efficienti per aver allestito in poco tempo un appartamento e forti di aver messo in piedi una bella organizzazione, ci siamo “fatti piccoli”.
A maggio 2018 nel piccolo centro trevigiano è arrivata una seconda famiglia siriana: madre e padre trentenni con due meravigliosi bambini di 3 e 5 anni in fuga dalla guerra.
Da queste esperienze è nata l’idea di una mostra dal titolo: “In fuga dalla Siria. Se fossi costretto a lasciare il tuo paese casa faresti?”.
La mostra offre ai visitatori l’opportunità di essere protagonisti di un viaggio: un viaggio in fuga dalla guerra e dalla distruzione, alla ricerca di pace e salvezza.
Si potranno vestire, anche fisicamente, i panni di una persona costretta a lasciare la propria terra e si potrà essere chiamati a compiere delle scelte, che ricalcano reali esperienze dei profughi, per cercare di mettere in salvo se stessi e la propria famiglia.
“Immedesimarsi nella storia dell’altro, di colui che appare diverso e distante – spiegano i promotori – aiuta ad eliminare le barriere, a superare le paure, a scoprire che, al di là della lingua diversa, i sentimenti sono gli stessi“.
Per informazioni: sito delle Acli di Treviso